Tra gli strumenti di protezione patrimoniale che un’imprenditore può utilizzare per andare a salvaguardare il suo patrimonio abbiamo ai rispettivi antipodi il trust e il fondo patrimoniale.
Il fondo patrimoniale è stato spesso utilizzato in passato per proteggere l’immobile principale della famiglia. L’intestazione dell’immobile rimane in capo al proprietario, ma è apposto un vincolo iscritto nei pubblici registri. E’ proprio al vincolo che dovrai fare attenzione: l’immobile sarà vincolato ai bisogni della famiglia. Questo fa spesso “scricchiolare” l’effetto protettivo del fondo patrimoniale.
Il trust ha di converso un fortissimo effetto segregativo e di protezione ma per garantire ciò richiede che il proprietario (il disponente) si spogli dei beni apportati al fondo in trust lasciandoli in gestione ad un trustee. Si sta sempre più diffondendo ma è spesso visto con timore data la necessità di spogliarsi dei propri beni non essendone più proprietari.
In questo articolo ti spiegherò nel dettaglio il funzionamento dei due strumenti, al fine di permetterti di capire se è il trust o il fondo patrimoniale lo strumento più adatto a te.
Perchè proteggere il patrimonio e quando è troppo tardi?
Come sempre è doveroso cominciare dalle premesse.
Prima di analizzare le caratteristiche dei due strumenti (fondo patrimoniale o trust) è necessario capire quando ormai è troppo tardi. In altre parole quando l’effetto protettivo di questi strumenti è vanificato da un evento avverso già in essere.
Cominciamo dall’inizio.
Molti pensano alla protezione patrimoniale solo quando emergono dei problemi concreti come pignoramenti, contenziosi o crisi aziendali conclamate e irreversibili. Agire in via preventiva però è fondamentale.
Creare un trust quando il contenzioso è già in essere non assicura alcuna protezione patrimoniale. Le azioni protettive attuate dopo l’insorgere delle difficoltà, sono spesso rese inefficaci (es. venendo impugnate con un’azione revocatoria).
Una volta che il danno è stato fatto, le opzioni per tutelarsi si riducono drasticamente.
Come sempre è “meglio prevenire che curare“.
In un momento di “tranquillità” è quindi possibile istituire trust e fondi patrimoniali non rischiando azioni revocatorie al fine di:
- proteggere il patrimonio da eventi futuri (fallimenti, problemi aziendali, …),
- pianificare la successione (evitando liti ereditarie), garantire la continuità aziendale (caso della crisi di impresa),
- diferendere il proprio tenore di vita e della propria famiglia.
Se sei quindi un imprenditore o un libero professionista (vuoi quindi evitare che i problemi aziendali mettano a rischio il tuo patrimonio personale), un individuo con un patrimonio elevato (vuoi garantire un passaggio generazionale o proteggerti da rischi futuri) o una coppia con figli (per garantire stabilità alla propria famiglia), è opportuno muoversi anticipatamente e far cosi la differenza.
Affrontiamo i due strumenti di oggi: il fondo patrimoniale e il trust.
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Cos’è un fondo patrimoniale?

Il fondo patrimoniale è uno strumento di protezione previsto dal nostro codice civile.
L’art. 167 del codice civile al primo comma infatti recita che: “Ciascuno o ambedue i coniugi, per atto pubblico, o un terzo, anche per testamento, possono costituire un fondo patrimoniale, destinando determinati beni, immobili o mobili iscritti in pubblici registri o titoli di credito, a far fronte ai bisogni della famiglia“.
La costituzione di un fondo patrimoniale permette di imprimere un vincolo di indisponibilità ai beni vincolati e quindi la costituzione di un patrimonio separato volto a far fronte ai bisogni della famiglia.
Possono essere inseriti nel fondo patrimonialei beni immobili (es. abitazioni), mobili iscritti in pubblici registri (es. autovetture) o titoli di credito (salvo problemi di annotazione).
Non è quindi possibile vincolare un’intera azienda (intesa come complesso di beni), ma solo i singoli cespiti che integrano le caratteristiche richieste dalla norma. E’ invece possibile vincolare quote di S.r.l. o azioi di società. Non pare possibile vincolare il diritto di abitazione, essendo un diritto personale.
Può istituire un fondo patrimoniale uno o entrambi i coniugi (ci sono varie tesi anche se la bilateralità è preferibil) o un terzo.
In quest ultimo caso si potrà fare sia per atto tra vivi (forma pubblica) che per testamento (anche olografo, quindi senza l’intervento del notaio – la forma pubblica si recupera con il verbale di pubblicazione).
Il vincolo per far fronte ai bisogni della famiglia rappresenta il “tallone d’achille” del fondo patrimoniale. Per bisogni della famiglia si intendono quelle esigenze volte al pieno mantenimento e allo sviluppo della famiglia. Restano escluse le esigenze vollutuarie o caratterizzate da intenti meramente speculativi.
In passato questo elemento è stato spesso utilizzato per far venire meno la protezione patrimoniale. Da un lato sostenendo che il debito rientri nei bisogni della famiglia (debito non estraneo – es. il mutuo sull’immobile), dall’altro si può estraniare un bene sottoposto a vincolo da questi bisogni (es. gli immobili dati in locazione – è protetta la prima casa, non intere palazzine affittate ad estranei).
Tra i vantaggi c’è sicuramente da considerare l’economicità della protezione. Se apposto per atto tra vivi, il vincolo richiede solo il coinvolgimento del notaio. Non ci sono particolari costi di gestione ordinaria, essendo un vincolo che verrà iscritto “una tantum” nei pubblici registri.
La protezione non è quindi assoluta, ma può essere una buona soluzione per il costo contenuto.
Prima di parlare del trust rispondiamo alla domanda: quanto costa fare un fondo patrimoniale? Consideriamo un bene immobile, tra imposte, bolli e onorari notarili il costo totale per la costituzione di un fondo patrimoniale può variare tra 1.500 e 2.000 euro.
Cos’è un Trust?

Il trust è un istituto di diritto estero a differenza del fondo patrimoniale normato dal codice civile.
All’interno del nostro ordinamento non abbiamo un articolo del codice civile che prevede l’istituto del trust (è stato provato a ricostruire questo strumento con scarso successo). E’ un istituto tipico dei paesi di Common Law.
Per creare un Trust quindi è necessario rifarsi ad una legge di un paese estero che lo prevede. Il trust verrà poi riconosciuto in Italia grazie alla Convenzione dell’Aia.
Come funziona un trust? Il disponente (il vecchio proprietario del bene) trasferirsce una serie di beni al trustee (la persona che amministra il fondo in trust) al fine di gestirli nell’interesse del beneficiario. E’ possibile prevedere la figura di un guardiano (protector) che vigila sull’attività del trustee.
A differenza del fondo patrimoniale, non c’è un limite alla tipologia di beni che possono essere apportati in trust (anche disponibilità liquide ad esempio).
I beni nel fondo in trust, non essendo più di proprietà del disponente, non potranno essere aggrediti dai suoi creditori personali. Se istituito correttamente garantisce il maggior livello di protezione patrimoniale.
Per garantire questa protezione patrimoniale è però necessario che il disponente si spogli dei beni. Se l’intestazione al trustee è solo fittizia e il disponente continua ad amministrare i beni riservandosi una serie di poteri, il trust viene disconosciuto sia sotto il profilo civilistico che fiscale. Non è quindi più garantita la protezione del patrimonio.
Ci sono diverse tipologie di trust, a seconda della configurazione assunta: trust discrezionale vs non discrezionale (i beneficiari hanno diritti previsti dall’atto istitutivo o decide il trustee quando e come distribuire i beni-proventi in trust), trust revocabile vs non revocabile (il disponente può o non può revocare o modificare il trust), trust testamentario (trust istituto con testamento), trust di scopo (non ha beneficiari specifici ma ha uno scopo determinto).
A differenza del fondo patrimoniale che non necessita di particolari attività dopo la sua istituzione, il trust richiede la nomina di un trustee. E’ opportuno che questo sia indipendente, quindi è necessario considerare un costro amministrativo ricorrente.
Arriviamo quindi alla fatidica domanda: quanto costa un trust? Il compenso di un trustee professionale dipende dalla complessità della struttura e da altri fattori ma si può individuare in un range compreso tra 2.000 e 10.000 euro annui o una percentuale del patrimonio in gestione (0,5-1%). Si deve inoltre considerare la consulenza fiscale e legale (es. predisposizione dei dichiarativi fiscali) nonchè i costi di creazione della struttura (una tantum).
Quando conviene usare un trust? Ti faccio degli esempi concreti.
Trust di protezione patrimoniale. Sei un imprenditore che possiede un’azienda di successo, ipotiziamo nel settore manifatturiero. Hai accumulato un discreto patrimonio personale tra immobili, investimenti finanziari e altre attività. Sei consapevole dei rischi legati alla tua attività imprenditoriale (crisi di mercato, contenziosi, fallimenti, …) e vuoi proteggere quanto accumulato nel tempo da eventuali problemi futuri.
Puoi istituire un trust che gestisca una serie di beni a beneficio della tua famiglia. Il patrimonio trasferito nel trust non è più aggredibile dai creditori della tua azienda e dai tuoi creditori personali. Viene cosi garantita una sicurezza economica alla tua famiglia, indipendentemente dalle tue sorti o da quelle dell’impresa.
A tal proposito arrivo al scondo esempio.
Trust a fini successori. Ipotizza di avere due figli: uno più responsabile dell’altro. Vuoi garantire che i tuoi beni vengano gestiti con criterio quando non ci sarai più. E’ possibile istituire un trust testamentario al fine di distribuire gradualmente nel tempo i tuoi beni. Il trustee amministrerà i beni e assicurerà che i figlio meno responsabile riceva non dilapidi il tuo patrimonio. I beni sono cosi gestiti in modo oculato garantendo continuità e sicurezza economica a tuoi figli nel corso del tempo.
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Differenze tra Trust e fondo patrimoniale: scheda riassuntiva
Caratteristica | Trust | Fondo Patrimoniale |
---|---|---|
Base normativa | Common law, richiamo tramite la Convenzione dell’Aia | Codice civile italiano |
Finalità principale | Protezione e gestione patrimoniale | Tutela della famiglia |
Soggetti coinvolti | Disponente, trustee, beneficiari, guardiano (eventuale) | Famiglia: coniugi e figli |
Grado di protezione | Alto (se ben strutturato) | Limitato alle esigenze familiari |
Revocabilità | Può essere irrevocabile | Può essere sciolto in alcuni casi |
Trust o fondo patrimoniale: quale conviene scegliere?

Spero che fino ad ora sia tutto chiaro (se non lo fosse, puoi scrivermi nei commenti qui sotto).
Ora che ho descritto i due strumenti dobbiamo capire quando scegliere il trust e quando il fondo patrimoniale.
Come già visto in precedenza il trust assicura una piena protezione, non vincolata ai “bisogni della famiglia“, ma è più costoso e richiede di spogliarsi dei propri beni. Di converso il fondo patrimoniale è in larga parte limitato ai soli immobili ma non ha costi gestori ed è di semplice realizzazione.
Quando utilizzare un trust? E’ uno strumento giuridico molto flessibile che può essere utilizzato in vari contesti tra cui la successione ereditaria, la protezione del patrimonio dai creditori e da rischi legali, la pianificazione fiscale e l’ottimizzazione tributaria (entro certi limiti – evitando strutture elusive o abusive). Se hai tanti beni da proteggere o una successione non di semplice gestione, può essere una buona alternativa.
Quando utilizzare il fondo patrimoniale? E’ uno strumento giuridico disciplinato dal nostro ordinamento ed è funzionale alla protezione del tuo immobile principale destinandolo ai bisogni della tua famiglia dai debiti non familiari. Ha come scopo principale la protezione economica della famiglia.
Conclusione
In questo articolo ho analizzato due strumenti di protezione patrimoniale che si trovano agli antipodi in termini di funzionalità: da un lato il fondo patrimoniale destinato ai bisogni della famiglia, dall’altro il trust per proteggere un patrimonio molto più complesso.
Riepilogando, il fondo patrimoniale è migliore se:
- sei sposato e vuoi proteggere determinati beni (es. abitazione) destinati alla famiglia
- vuoi garantire che questi beni siano utilizzati per le esigenze familiari
- hai debiti personali non legati alla famiglia e vuoi limitare l’impatto di essi sul patrimonio familiare
- vuoi una struttura snella e semplice da realizzare
Risulta invece più opportuno istituire un trust quando:
- vuoi proteggere il patrimonio da creditori in modo più ampio e sicuro
- hai esigenze di pianificazione fiscale e successoria complesse
- vuoi maggiore flessibilità nella gestione dei beni e nei beneficiari, sopportando però un costo gestorio maggiore
Come puoi vedere sono strumenti che devono essere applicati con estrema attenzione, il rischio di rendere inefficace la struttura se non correttamente istituita è elevato.
I professionisti di Studio Tibaldo sono pronti ad aiutarti in questo, puoi contattarli tramite l’apposita pagina Contatti.
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