Il nuovo regime dei lavoratori impatriati, anche conosciuto come regime del rientro dei cervelli, è applicabile sia ai lavoratori dipendenti che ai lavoratori autonomi.
Come mi capita spesso di discutere in consulenza con i clienti, un libero professionista che ha lavorato all’estero per diversi anni potrebbe avere la necessità di trasferire in Italia la sua residenza per esercitare un’attività di lavoro autonomo.
Come consuetudine sarà necessario aprire la propria partita IVA e iniziare ad emettere le fatture ai clienti.
E’ importante considerare l’aspetto fiscale: con quale regime fiscale eserciterai la tua attività? Il regime dei lavoratori impatriati è il regime più conveniente da applicare per un libero professionista o è più opportuno valutare dei regimi fiscali alternativi?
L’Italia ormai da molti anni ha istituito un regime alternativo per liberi professionisti ed imprenditori, denominato regime forfettario, che risulta estremamente conveniente al di sotto di un certo volume di affari (85.000 euro).
In questo articolo andremmo quindi a comparare i due regimi per determinare quando è più opportuno applicare l’agevolazione del regime dei lavoratori impatriati e quando invece risulta più conveniente utilizzare il regime forfettario per un professionista.
Se vuoi accedere ad una guida completa sul rientro dei cervelli ti rimando a questo mio altro articolo (che ha riscosso un discreto successo).
- I requisiti dell'agevolazione impatriati per i professionisti che rientrano in Italia
- Il beneficio fiscale ottenibile per un libero professionista
- L'agevolazione rientro dei cervelli per i professionisti: avvertenze
- Il regime forfettario: agevolazione per impatriati con redditi inferiori a 85.000 euro
- Conclusioni
I requisiti dell’agevolazione impatriati per i professionisti che rientrano in Italia

Dal periodo di imposta 2024 è applicabile il nuovo regime dei lavoratori impatriati. Fai quindi estrema attenzione a tutti gli articoli che sono stati pubblicati prima di tale data in quanto facenti riferimento ad un regime che non è più applicabile.
Se hai trasferito ora la residenza in Italia o intendi farlo nei prossimi mesi, potrai nel rispetto delle condizioni stabilite dalla legge, richiedere l’agevolazione del rientro dei cervelli per lavoratori dipendenti e autonomi stabilita dall’articolo 5 del D.lgs. n. 209/2023.
E’ una norma estremamente snella (ma non per questo di semplice applicazione) e prevede le seguenti condizioni:
- sei stato residente all’estero per 3 periodi di imposta
- sei in possesso del requisito di elevata qualificazione o specializzazione: nella maggior parte dei casi questo requisito si integra con un titolo di studio universitario almeno triennale
- presti la tua attività lavorativa per la maggior parte del periodo di imposta nel territorio dello stato
- ti impegni a risiedere fiscalmente in Italia per ameno 4 anni.
Il beneficio fiscale è applicabile ai soli lavoratori dipendenti o autonomi.
Non è più possibile agevolare i redditi di impresa. Se sei un architetto, un avvocato o un medico, potrai applicare l’agevolazione. Se gestisci una pizzeria o un’altra attività di impresa, questo regime non è più applicabile.
Hai dubbi? Parla con un professionista del tuo caso!
I Dottori Commercialisti di Studio Tibaldo sono specializzati in fiscalità internazionale.
Se vuoi usufruire dei regimi del rientro dei cervelli e risparmiare dal 50 al 90% delle imposte non rischiare. Un errore di valutazione potrebbe comportare sanzioni elevate e la restituzione dell’agevolazione.
A differenza dei tradizionali commercialisti abbiamo vissuto in prima persona l’espatrio e il successivo rimpatrio aiutando decine di lavoratori come te ad applicare con successo le agevolazioni.
Il beneficio fiscale ottenibile per un libero professionista
Nel rispetto dei requisiti di cui all’art. 5 del D.lgs. n. 209/2023 è possibile detassare il 50% del proprio reddito imponibile. Nel caso in cui si abbiano dei figli questa detassazione cresce al 60%.
La norma prevede un ammontare massimo di reddito agevolabile, pari a 600.000 euro annui.
Il beneficio è fiscale, a differenza dei lavoratori dipendenti l’INPS non ha ancora riconosciuto l’agevolazione dei lavoratori impatriati anche ai fini previdenziali.
Il reddito agevolabile è quindi ai soli fini fiscali.
Ti faccio un esempio per concretizzare quanto detto e procedo con i calcoli per determinare l’agevolazione del rientro dei cervelli per un professionista.
Immagina di avere un fatturato da attività autonoma di 200.000 euro, dei costi pari a 100.000 euro e un utile ante imposte di 100.000 euro.
Le imposte saranno calcolate su 50.000 euro (50% dell’utile ante imposte ovvero 100.000 euro) mentre i contributi previdenziali saranno sempre versati sui 100.000 euro.
Il risparmio fiscale in questo caso sarà pari al 43% del reddito agevolato, ovvero 21.500 euro annui o 107.500 euro per i 5 anni fiscali di detassazione.
L’agevolazione rientro dei cervelli per i professionisti: avvertenze

Ci sono due avvertenze che mi sento in dovere di metterti al corrente.
La prima riguarda l’applicabilità del regime del rientro dei cervelli.
Devi esercitare un’attività di lavoro autonomo e non un’attività di impresa. E’ possibile applicare l’agevolazione se sei un medico, un architetto, un avvocato ma non se eserciti attività di impresa (es. gestione di una pizzeria).
Nella vecchia normativa del rientro dei cervelli era possibile applicare l’agevolazione anche per chi esercitava attività di impresa. Ora non più.
La seconda avvertenza riguarda il reddito agevolato.
Nello scenario in cui tu abbia pochi costi da sostenere e il tuo fatturato sia inferiore di 85.000 euro all’anno, il regime dei lavoratori impatriati non è il più conveniente.
Esiste un regime alternativo, chiamato regime forfettario che permette di applicare un’imposta sostitutiva sul fatturato nella misura del 5% per i primi 5 anni, poi elevata al 15%.
Non andrai più quindi a pagare le imposte per scaglioni IRPEF (il primo è al 23%) ma applicherai un’unica imposta pari al 5%.
Perché ti parlavo dei pochi costi da sostenere? Il regime forfettario applica questa aliquota al fatturato e non sugli utili / guadagni. Se hai tanti costi, potrebbe non essere più conveniente.
Come sempre, un’analisi di un esperto è ciò che può chiarire la tua posizione.
Hai dubbi? Parla con un professionista del tuo caso!
I Dottori Commercialisti di Studio Tibaldo sono specializzati in fiscalità internazionale.
Se vuoi usufruire dei regimi del rientro dei cervelli e risparmiare dal 50 al 90% delle imposte non rischiare. Un errore di valutazione potrebbe comportare sanzioni elevate e la restituzione dell’agevolazione.
A differenza dei tradizionali commercialisti abbiamo vissuto in prima persona l’espatrio e il successivo rimpatrio aiutando decine di lavoratori come te ad applicare con successo le agevolazioni.
Il regime forfettario: agevolazione per impatriati con redditi inferiori a 85.000 euro
Il regime forfettario è un’agevolazione alternativa. E’ applicabile quindi dai lavoratori autonomi che rispettano determinati requisiti tra cui avere un reddito inferiore a 85.000 euro.
Un lavoratore che risiede in uno stato estero può infatti rientrare in Italia e applicare in alternativa il regime dei lavoratori impatriati o il regime forfettario.
Ti presento i requisiti del regime forfettario:
- non devi avere un fatturato maggiore di 85.000 euro;
- non devi sostenere costi maggiori di 20.000 euro per lavoro accessorio, dipendente o altri compensi a collaboratori;
- non devi avere avuto redditi di lavoro dipendente maggiori di 35.000 euro nell’anno precedente, salvo esserti licenziato nell’anno precedente;
- devi essere residente in Italia (è prevista un’eccezione per i non residenti in stati UE)
- non devi essere socio di una società che esercita la tua medesima attività di lavoratore autonomo;
- non devi fatturare al tuo precedente datore di lavoro italiano (periodo temporale dei 2 anni precedenti, è ammesso se il datore di lavoro è estero);
- altri requisiti minori: fattispecie specifiche come la prevalente cessione di fabbricati che esclude il regime.
In questo caso si applicherà un’imposta sostitutiva del 5% sui ricavi totali dell’esercizio. Passati i 5 anni agevolati, l’aliquota si incrementa al 15%.
A differenza del regime dei lavoratori impatriati dove il libero professionista è tenuto ad applicare l’IVA, nel regime forfettario questa non è dovuta. Non potrai detrarla, ma non sarai tenuto ad addebitare l’IVA ai tuoi clienti.
Rappresenta quindi un vantaggio nel caso in cui il professionista fatturi a privati. Per aziende o società estere la posizione è indifferente.
Conclusioni
Il regime dei lavoratori impatriati per un professionista è conveniente quando i ricavi complessivi sono superiori a 85.000 euro annui o quando si sostengono molti costi.
Prevede un’abbattimento del 50% della base imponibile su cui saranno calcolate le imposte sui redditi. Si applicheranno poi gli scaglioni IRPEF sul restante (a partire dal 23%).
In caso contrario, per fatturati più contenuti, il regime forfettario rappresenta un vero e proprio paradiso fiscale a cui i lavoratori che decidono di rientrare in Italia (ma non solo) possono accedere.
Per un’analisi di convenienza riguardo al tuo rientro in Italia e al regime applicabile i professionisti di Studio Tibaldo si rendono disponibili. Li puoi contattare tramite questa pagina: Contattaci!
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