La valutazione di un investimento è il cardine della finanza aziendale. Ogni imprenditore quando deve decidere se comprare un nuovo capannone, un impianto per incrementare la produzione o assumere nuovi dipendenti deve valutare quanto e se il ritorno economico dell’investimento è sufficiente.
La valutazione degli investimenti non si limita solo all’ambito aziendale. Nella vita tutti noi prima o poi ci troveremo a valutare un investimento, che questo sia l’acquisto di un immobile, la decisione tra mantenerlo o venderlo, l’acquisto di un titolo di stato o di un pacchetto azionario.
Avere quindi dimestichezza con il concetto di flusso di cassa e la sua attualizzazione è fondamentale per fare scelte consapevoli.
Imparare cosa è il VAN, l’IRR, il TIR e calcolare il payback period è sicuramente utile.
Con questo articolo però voglio trasmetterti i concetti sottostanti che potrai usare poi come mappa per farti guidare nelle scelte finanziarie.
Che cos’è il VAN e come si calcola?
Il VAN o valore attuale netto (in inglese NPV o Net Present Value) è calcolato come il valore attuale di tutti i flussi finanziari di un investimento.
Rendiamo tutto questo più semplice.
Un investimento produce dei flussi finanziari, positivi e negativi.
Immaginiamo un titolo di stato (che può ben essere sostituito con un macchinario o un immobile, come preferite): al tempo 0 (oggi) dovremmo pagare -1.000 euro. Riceveremo degli interessi periodici, ipotizziamo +100 ogni anno, e dopo 10 anni ci verrà restituito il capitale investito. Il flusso finale sarà quindi pari a +1.000 + 10 = +1.100.
Avremmo quindi un primo flusso in uscita negativo (flusso di cassa negativo), pari a -1.000, 10 piccoli flussi in entrata (flusso di cassa positivo) per +100 l’uno e il rimborso del capitale (flusso di cassa positivo) per +1.000.
Il procedimento per calcolare il VAN prevede:
- identificazione dei flussi di cassa
- determinazione del tasso di attualizzazione
- attualizzazione della somma di tutti i flussi di cassa
- decisione finanziaria
Abbiamo identificato tutti i flussi di cassa. Procediamo con l’attualizzazione.
Cosa significa attualizzare? Portare ad oggi il valore di un flusso finanziario futuro.
Dato che un euro oggi vale più di un euro domani (per questo la banca ci chiede di pagare interessi sui soldi presi in prestito), è necessario scontare i flussi finanziari futuri al fine di “eguagliarli finanziarimamente” (scontarli) a quelli presenti.
Il processo di attualizzazione, inverso a quello della capitalizzazione, prevede l’impiego della seguente formula:
Valore attuale = FdC / (1 + r ) ^ t
dove:
- FdC è il flusso di cassa identificato
- r è il tasso di sconto
- t è l’intervallo di tempo espresso in anni
Abbiamo i flussi di cassa da attualizzare. Come determiniamo il tasso di sconto?
Il tasso r dovrebbe rappresentare il rendimento atteso o il costo opportunità del capitale. A seconda del progetto di investimento può coincidere con l’inflazione, il rischio associato al progetto o all’investimento, il costo del capitale o il rendimento minimo richiesto dagli investitori.
A seconda del tasso che impiegheremo il VAN ci darà un’informazione diversa.
E’ spesso opportuno impiegare il tasso che rappresenta il rischio associato all’investimento. Ricordati sempre che più il rendimento è elevato, più il rischio del progetto sarà elevato.
Abbiamo scelto un titolo di stato. Stimiamo un tasso di sconto pari all’8% (è uno stato molto rischioso).
Ora dobbiamo procedere con la fase 3: l’attualizzazione dei flussi di cassa utilizzando la formula precedente.
Nella prima riga trovate la variabile t (tempo – espresso in anni), nella seconda i flussi di cassa, nella terza il fattore di sconto (1 + r) ^ t e nella quarta il valore attuale.

Cosa di dice il VAN? E nel caso concreto quel 134. La soglia per prendere le decisioni è VAN positivo, negativo o nullo.
Nel caso di VAN positivo (il nosto caso) l’investimento genera valore aggiunto in quanto i flussi di cassa attualizzati superano il costo iniziale. Il progetto è conveniente e si può procedere.
Neel caso in cui il VAN sia negativo l’investimento è svantaggioso: i flussi di cassa generati (e aggiustati per il rischio, da qui l’attualizzazione) non sono sufficenti. Il costo iniziale è superiore, converrebbe quindi optare per un differente investimento.
Se il VAN è nullo, l’investimento non genera ne un guadagno, ne una perdita. Se l’obiettivo è di recuperare il capitale investito lo si accetta, anche se prudenzialmente si dovrebbe optare in senso opposto (non si sa mai quanto male le cose possano andare).
Riassumendo: più alto è il VAN, maggiore è il valore creato. E’ possibile confrontare progetti che hanno VAN diversi, attenzione però all’entità del progetto di investimento (potrebbero essere necessarie altre normalizzazioni).
Il VAN tiene conto del valore temporale del denaro ma per il suo calcolo necessita della determinazione di un tasso di sconto, spesso arbitrario. Rispetto al TIR (o IRR) che vedremo di seguito, permette di analizzare progetti con flussi di cassa non lineari (prima negativo e poi positivo o viceversa) e supera il tema del reinvestimento del capitale alla scadenza.
Quando un IRR è buono e come si calcola il TIR?

Il TIR o tasso interno di rendimento (in inglese IRR o Internal Rate of Return) permette anch’esso di determinare la bontà di un progetto di investimento.
Cosa significa TIR? E’ quel tasso che mi indica il rendimento di un progetto.
Meglio ancora: è un indicatore finanziario che misura il tasso di rendimento annuo effettivo di un investimento ovvero rappresenta il tasso di rendimento in cui i flussi di cassa attualizzati son esattamente pari all’investimento iniziale.
Determina quindi il rendimento del progetto e non necessita per il suo calcolo di un tasso di sconto. Mi dirai: bene, uso questo al posto del VAN. Una variabile in meno.
Concordo, ma non è sempre un bene.
Vediamo come cacolarlo e poi ti faccio vedere perchè non è sempre perfetto, ma spesso aiuta.
Per calcolare il TIR o IRR è necessario uguagliare il VAN a zero. Se quindi il VAN è dato dalla sommatoria di tutti i flussi di cassa attualizzati al tasso di sconto, dovremmo eguagliare questa sommatoria attualizzata a zero. Il TIR sarà questo tasso di sconto.
Per determinarlo utilizziamo Excel. In alternativa carta e penna, ma nel nostro caso la determinazione di un’incognita (TIR) in una funzione che arriva fino al 10 grado (dati i 10 periodi) non è cosa da poco.
In Excel si può utilizzare sia la funzione TIR che la ricerca obiettivo. Nell’esempio che segue ho utilizzato la ricerca obiettivo per mettere in luce il fatto che il VAN sia uguale a zero e per seguire lo schema precedente.

Quando un IRR è buono? Quando il TIR è positivo? O quando supera una certa soglia?
Si potrebbe dire che già un TIR positivo, in ipotesi di investimento, non è una cattiva cosa. Vuol dire che i flussi prodotti dal progetto sono maggiori di quelli assorbiti inizialmente. In altre parole stiamo facendo in termini nominali un guadagno e non una perdita.
La variabile più opportuna per analizzare il TIR di un investimento è il tasso di sconto: se l’investimento è redditizzio avremmo un TIR maggiore del tasso di sconto, se l’investimento non è conveniente il TIR sarà inferiore al tasso di sconto mentre c’è indifferenza nel caso di uguaglianza.
Per essere più concreti, se consideriamo investimenti in azienda, il tasso di sconto dovrebbe essere coincidere con il costo del capitale aziendale o WACC (azionario -> più costoso, debito bancario -> meno costoso). Devo dare un numero indicativo? Da un 8 a un 12%.
Più opportuno sarebbe calcolarlo sinteticamente sulla base della rischiosità del progetto, ma diventa tutto più complicato se fatto in autonomia.
Il TIR è molto utile per valutare la redditività di un progetto (ci da un numero concreto e non troppo arbitrario), ma presenta alcuni limiti sia in analisi stand-alone che nel confronto fra progetti:
- Molteplici TIR: progetto con flussi di cassa non convenzionali dove quelli positivi si alternano a quelli negativi. Pensiamo ad un progetto con investimenti iniziali e successivi disinvestimenti
- Reinvestimento, differenti durate e dimensione del progetto: il TIR presuppone che i flussi di cassa vengano reinvestiti allo stesso tasso. In altre parole un progetto che in un anno mi rende il 20%, non è necessariamente migliore di uno che me ne rende il 19% ma per i 10 anni successivi. In termini assoluti il guadagno è spesso maggiore nella seconda ipotesi come dimostrerebbe il VAN. Non considera inoltre la dimensione del progetto.
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Come si calcola il payback?
Seguendo la scia della concretezza, se il VAN mi da un numero che però può sembrare aleatorio mentre il TIR mi da un tasso di rendimento già più concreto ma da esaminare con attenzione, ci potremmo chiedere: ma in quanto tempo rivedrò i miei soldi?
Il payback period o periodo di recupero è un metodo di valutazione degli investimenti che misura il tempo necessario per recuperare il capitale investito in un progetto.
Risponde alla domanda: se investo 1.000 euro in un macchinario, quanto tempo ci metto per recuperare questi 1.000 euro investiti.
E’ agevolmente calcolabile. Si mettono tutti i flussi di cassa su una linea temporale. Si inizia a calcolare la sommatoria fino a quando questi flussi non eguagliano il capitale investito. Non è necessaria alcuna attualizzazione, stiamo parlando di recupero del valore nominale.
E’ concreto, facile da determinare, ma finanziariamente il più debole dato che non considera il “vero rendimento” ed ignora i flussi di cassa dopo il recupero. Favorsce i progetti a breve termine.
Nel nostro esempio, il payback si raggiunge esattamente al decimo anno, data di rimborso dele capitale. Al nono anno infatti i flussi di cassa positivi sono pari a +900, mentre il capitale investito è di 1.000, non sufficenti per validare la regola del payback period
Cosa significa ROI e come si calcola?

Il ROI o return on investment (ritorno sull’investimento) è un indicatore fianziario che misura l’efficenza di un investimento esprimendo la redditività in termini percentuali sul capitale investito.
Come si calcola il ROI? Ora ci spostiamo da un approccio prettamente finanziario basato sui flussi di cassa al mondo bilancistico/contabile.
Il ROI è calcolato come rapporto tra l’utile netto e i capitale investito. Il primo è determinato come differenza tra ricavi e costi, il secondo rappresenta le risorse economiche impiegate nel progetto.
E’ utilizzato per misurare la redditività di un’azienda globalmente o di alcune aree di business.
Per esemplificare torniamo al nostro caso, seppur non sia il più indicato a tale scopo. Nel primo anno abbiamo ottenuto un utile di +100 (prescindiamo dal rimborso per semplicità) investendo un capitale di +1.000. Il rapporto evidenzia un ROI del 10%.
Un ROI positivo indica che l’investimento è stato redditizio, un ROI negativo il contrario.
E’ sempice da determinare, è versatile e permette una confrontabilità tra più progetti o investimenti. Non tiene però conto del valore temporale del tempo (quando si verificano i flussi – come invece accade per il VAN o il TIR) e non considera il rischio dell’investimento.
Conclusioni
Valutare un investimento è un processo da portare a termine ogni volta che dobbiamo prendere una scelta finanziaria. Questo vale sia per imprenditori nella gestione della propria azienda che per privati nelle loro scelte di vita.
Attraverso strumenti come il VAN (o NPV), il TIR (o IRR), il payback period e il ROI possiamo analizzare i flussi finaziari, gli utili bilancistici e/o i rischi associati ai nostri investimento.
Non possiamo rimettere al caso le nostre valutazioni.
Se hai domande su come applicare questi concetti alla tua realtà aziendale o personale non esitare a contattarci tramite il modulo commenti qui sotto o la pagina “Contattaci” per una consulenza personalizzata.
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