Gli ETF a distribuzione sono degli strumenti finanziari, fondi di investimento quotati nella fattispecie, che prevedono la distribuzione dei proventi generati.
Gli ETF ad accumulazione invece prevedono il reinvestimento automatico degli interessi, dividendi o altri proventi percepiti dal fondo. Non vi è una immediata distribuzione.
Perché quindi preferire i secondi ai primi? Avere un flusso di denaro proveniente dai propri investimenti e accreditato sul conto corrente sembra allettante. Certamente lo è, in particolare per il fisco italiano.
- Breve ripasso sul funzionamento degli Exchange Traded Fund
- Perchè non investire in ETF a distribuzione?
- Perché investire in ETF a distribuzione?
- Se fossi residente all'estero queste considerazioni sono applicabili?
- Se investo tramite una holding devo distinguere tra ETF a distribuzione o ad accumulazione?
- Conclusioni
Breve ripasso sul funzionamento degli Exchange Traded Fund

Gli Exchange Traded Fund o ETF sono dei fondi comuni quotati. Sono dei contenitori, ne più ne meno, che sono negoziati in via continuativa sul mercato dei capitali. In qualsiasi momento (a mercati aperti) puoi comprare una o più quote di un ETF, come se si trattasse di un’azione o di un titolo di stato.
Consentono, a fronte di una piccola percentuale legata alle spese di gestione (0.1-0.3%), di essere esposti ad un paniere spesso composto da centinaia e centinaia di strumenti sottostanti (azioni, obbligazioni, …) consentendo un’adeguata diversificazione anche per chi ha un portafoglio di investimento contenuto.
Questi titoli sottostanti saranno comprati dall’ETF automaticamente a seguito dell’acquisto di una quota. L’investitore quindi avrà una quota del fondo, il fondo avrà “in pancia” azioni e obbligazioni e la quota del fondo rifletterà il valore degli attivi sottostanti. E’ un semplice contenitore come anticipavo.
Come anticipato in premessa esistono due tipologie di Exchange Traded Fund:
- ETF ad accumulazione
- ETF a distribuzione
Gli ETF ad accumulazione prevedono l’automatico reinvestimento dei proventi generati dagli investimenti sottostanti. Immaginiamo un ETF che ha investito in azioni Apple. Quando Apple distribuisce dei dividendi (gli utili – il guadagno prodotto dall’attività di impresa della società), questi dividendi sono liquidati a favore del fondo. Il fondo si troverà quindi nella posizione di decidere che fare. Può distribuirli al proprietario della quota o reinvestirli. Quest ultimo caso si verifica negli ETF ad accumulazione.
Gli ETF a distribuzione invece prevedono la distribuzione dei proventi generati dagli investimenti sottostanti a favore degli investitori (il proprietario della quota dell’ETF). Solitamente gli ETF hanno migliaia di titoli sottostanti. Come potete ben immaginare questa distribuzione non può avvenire ogni volta che c’è il pagamento di un dividendo! Il regolamento dell’ETF quindi prevede ad intervalli regolari la distribuzione di questi proventi (ad esempio una volta ogni trimestre).
Quindi come guadagno con gli ETF ad accumulazione?
Se il fondo non distribuisce i proventi, vorrà dire che il valore di quello che è presente nel contenitore aumenta. Se le quote rappresentano il contenitore, il valore delle quote dovrà (a parità di condizioni) aumentare anch’esso.
Posso quindi vendere le quote del fondo e monetizzare. La distribuzione dei proventi risulta spesso irrilevante, salvo quanto vedremo di seguito.
Parlane con un esperto!
Siamo Dottori Commercialisti e Consulenti Finanziari Indipendenti: dal 1994 assistiamo famiglie e imprenditori nella protezione e nella crescita del loro patrimonio.
Non riceviamo nessuna commissione, provvigione o incentivo per gli investimenti che ti andremo a consigliare. In altre parole, facciamo solo il tuo interesse.
Perchè non investire in ETF a distribuzione?

In breve, investire in ETF a distribuzione uccide l’interesse composto per due ragioni:
- tassazione immediata delle distribuzioni
- profili comportamentali
Il fisco italiano attrae a tassazione ogni distribuzione di reddito effettuata, salvo esenzioni (semplifico estremamente per rendere il concetto). Quando una società distribuisce un dividendo, il soggetto che lo riceve sarà tassato sulla distribuzione.
In Italia una persona fisica che riceve un dividendo dovrà pagare un’imposta sostitutiva pari al 26%.
Parlavo di esenzioni. In Europa viene garantita la neutralità (al fine di evitare una doppia tassazione) nelle distribuzioni a fondi comuni.
I fondi comuni, quindi anche gli ETF, quando incamerano proventi non pagano alcuna tassazione. L’imposta sarà dovuta solo quando effettueranno una successiva distribuzione.
Ecco perché gli ETF a distribuzione uccidono l’interesse composto: fino a quando non effettuo una distribuzione a favore dell’investitore, posso continuare a reinvestire i proventi generati dagli investimenti sottostanti tax free. Pagherò le imposte solo quando ci sarà un mio arricchimento.
A maggior ragione, e qui mi scuso se entriamo eccessivamente nel tecnico, le distribuzioni di proventi da ETF all’investitore genera un reddito di capitale. La vendita delle quote ad un prezzo inferiore a quello di mercato genera invece una minusvalenza, reddito diverso.
Potrei essere quindi nella situazione in cui ricevo dividendi per 100, vendo le quote dell’ETF a -100, realizzo un guadagno pari a 0 ma pago tasse pari a +100 * 26% = 26 dato che redditi di capitale e redditi diversi sono due categorie distinte.
Ora arriviamo ai profili comportamentali.
Tralasciando gli aspetti fiscali, l’automatico reinvestimento dei proventi generati dagli investimenti permette di accrescere il valore degli stessi. L’accredito sul conto spesso porta a spendere quanto ricevuto, non consentendo quindi a questi proventi la generazione di ulteriori interessi e dividendi. La morte dell’interesse composto!
La crescita quindi del valore dei tuoi investimenti non sarà più esponenziale ma lineare.
Se l’intento è quello di reinvestire e ci si trova in una fase di accumulazione di capitale, un ETF a distribuzione non è indicato.
Perché investire in ETF a distribuzione?

Scegliere invece un ETF a distribuzione può essere una scelta più “comoda” quando l’obiettivo di investimento non è più crescere e proteggere il capitale ma ottenere una rendita.
La maggior parte degli ETF a distribuzione li troviamo infatti nell’asset class obbligazionaria.
Perché questo? I sottostanti (titoli di stato e obbligazioni) distribuiscono interessi che sono contrattualmente definiti, seppur variando in funzione dei tassi di interesse. A differenza di un investimento azionario consentono di prevedere maggiormente la dinamica dei flussi. Grantiscono quindi una pianificazione maggiore.
Rule of thumb come dicono oltreoceano: se il tuo intento è quello di utilizzare i proventi che derivano dal tuo investimento immediatamente e ami la comodità/provi piacere a ricevere trimestralmente l’accredito di queste somme, opta per un ETF a distribuzione. Diversamente l’ETF ad accumulazione è ciò che fa per te.
Ricorda che è sempre possibile, anche negli ETF ad accumulazione, vendere le quote del fondo quando hai necessità di liquidità. Sotto il profilo fiscale, in Italia, non c’è dubbio che gli ETF ad accumulazione presentano maggiori vantaggi.
Parlane con un esperto!
Siamo Dottori Commercialisti e Consulenti Finanziari Indipendenti: dal 1994 assistiamo famiglie e imprenditori nella protezione e nella crescita del loro patrimonio.
Non riceviamo nessuna commissione, provvigione o incentivo per gli investimenti che ti andremo a consigliare. In altre parole, facciamo solo il tuo interesse.
Se fossi residente all’estero queste considerazioni sono applicabili?

I profili fiscali di cui ho parlato si applicano se il soggetto investitore è residente in Italia. In linea di massima, in Europa valgono le medesime considerazioni. Variano le aliquote, ma i principi di differimento della tassazione dei proventi è sempre applicabile.
Ti sei trasferito in Svizzera o negli emirati arabi?
In questi due casi (mi potrai perdonare se la lista non è esaustiva) la scelta tra ETF a distribuzione o ad accumulazione, non è guidata da variabili fiscali ed è per lo più indifferente.
In Svizzera i capital gain (quindi le plusvalenze ovvero la vendita ad un prezzo maggiore rispetto a quello di acquisto) non sono tassati. La confederazione, volendo evitare un differimento che poi si tradurrebbe in una mancata imposizione, ha previsto una tassazione virtuale dei proventi degli ETF ad accumulazione. Gli ETF ad accumulazione sono quindi assimilati a quelli a distribuzione.
Passando per Dubai negli emirati arabi invece manca in toto un’imposizione per i redditi finanziari. Da qui l’irrilevanza della distribuzione o dell’accumulo.
Se investo tramite una holding devo distinguere tra ETF a distribuzione o ad accumulazione?

Si, la distinzione si applicherà anche in questo caso.
Le società di persone (come le holding società semplice) saranno tassate per trasparenza e le successive attribuzioni saranno tax-free. E’ inoltre da considerare un ulteriore aspetto legato alle movimentazioni: più sono le movimentazioni contabili (gli accrediti di proventi a favore della società ad esempio), maggiore sarà il tempo che il professionista che vi supporta nei dichiarativi fiscali e nella contabilità dovrà dedicare a questi aspetti e quindi gli onorari poi richiesti. Un incremento non indifferente dei costi definibili “di transazione“.
Nelle società di capitali (come le holding a responsabilità limitata) ci sarà una doppia tassazione, quindi la scelta non sarà più tra ETF a distribuzione o ad accumulazione ma tra ETF e altri strumenti finanziari che prevedono una maggior efficienza.
In una holding SRL i proventi sono tassati prima in capo alla società a responsabilità limitata e poi in capo al socio: manca l’esenzione di cui beneficiano i fondi comuni.
Sarebbe più opportuno investire beneficiando di regimi agevolativi come la Partecipation EXpemption (regime PEX), ma questo sarà oggetto di un successivo articolo.
Conclusioni
Gli ETF ad accumulazione e a distribuzione offrono approcci diversi agli investitori ma parimenti utili permettendo di accedere all’unico “pasto gratis” presente nei mercati finanziari: la diversificazione.
Tuttavia, per gli investitori italiani, gli ETF ad accumulazione risultano generalmente più vantaggiosi grazie alla loro efficienza fiscale e alla possibilità di sfruttare l’interesse composto in maniera più efficace.
La decisione tra ETF ad accumulazione o a distribuzione deve quindi essere guidata dalle esigenze personali, dall’orizzonte temporale e dagli obiettivi finanziari dell’investitore, nonché dalla residenza fiscale dell’investitore e dall’eventuale forma societaria utilizzata.
Hai dubbi su quale sia l’opzione migliore per te o sulla tua strategia di investimento? Contattaci per una consulenza personalizzata! Utilizza il nostro form contatti e uno dei nostri esperti ti ricontatterà al più presto.
Lascia un commento