Guida all’imposta di successione: calcolo e strategie di pianificazione

L’Italia è un vero e proprio paradiso fiscale in tema di imposta di successione. Al di fuori però dei confini di questo paradiso, che presto conosceremo, sarà necessario pagare l’imposta di successione (chiamata spesso erroneamente tassa di successione).

L’imposta di successione varia in funzione del grado di parentela (franchigie e aliquota) e dalla tipologia di bene trasferito (esenzioni).

Nel rapporto padre-figlio è prevista un’aliquota del 4% e una franchigia di 1 milione di euro con esenzioni per titoli di stato, trasferimenti di aziende e polizze assicurative (queste escluse dalla massa ereditaria)

Questo “passaggio di testimone” è un momento delicato che deve essere pianificato, non solo per ridurre le imposte che gravano sul trasferimento (aspetto sicuramente da considerare) ma per proteggere gli attivi trasferiti e garantire un trasferimento privo di incertezze.

Cos’è l’imposta di successione

L’imposta di successione è un’imposta che colpisce i trasferimenti di beni a causa di morte. E’ regolata dal testo unico sulle imposte di successione e donazione (TUS).

Come puoi già notare l’imposta di successione si muove “a braccetto” con quella di donazione. L’imposta di donazione sarà però oggetto di un successivo articolo.

Chi è quindi obbligato a pagare la tassa di successione? Le persone (eredi e legatari) che ricevono in eredità dei beni sono tenuti al pagamento, se dovuta, dell’imposta di successione.

L’erede è soggetto passivo d’imposta dal momento dell’accettazione, il legatario (non essendo necessaria l’accettazione) immediatamente. La Cassazione ha precisato che il chiamato all’eredità non ha soggettività passiva.

L’obbligazione tributaria nasce con l’apertura della successione, si prescinde dall’accettazione dell’eredità. Non rileva inoltre il fatto che la successione sia legittima (senza testamento), testamentaria (con testamento) o necessaria (con testamento ma senza rispetto delle quote di legittima).

Seppur ci possano essere più soggetti passivi di imposta, la denuncia di successione può essere presentata solo una volta.

L’imposta è dovuta in relazione a tutti i beni e diritti trasferiti, con un’eccezione. Se alla data di apertura della successione il defunto era residente all’estero, l’imposta di successione si applicherà solo sui beni esistenti nel territorio dello stato italiano (es. un auto immatricolata con targa italiana).

Ai fini dell’imposta di successione italiana non rileva la residenza o la cittadinanza del beneficiario. Attenzione però all’imposta richiesta negli altri stati esteri (es. Francia).


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Quanto tempo ci vuole per fare una successione?

quanto tempo ci vuole a fare una succession

La dichiarazione di successione deve essere presentata entro 12 mesi dalla data di apertura della successione da uno degli eredi. Questa data coincide nella maggior parte dei casi con la data di decesso.

La dichiarazione di successione potrà essere presentata presso l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate coincidente con quello di ultima residenza del defunto. Nel caso di residenza all’estero, l’ufficio competente è quello di Roma.

Dal 2025 l’imposta viene autoliquidata dagli eredi. Da qui l’Agenzia delle Entrate ha tempo per procedere con l’attività di verifica. Prima della riforma era l’Agenzia delle Entrate che indicava l’importo da versare.

Aliquote e franchigie dell’imposta di successione

L’ammontare di imposta di successione che dovrai pagare varia in funzione del grado di parentela esistente tra il defunto e l’erede.

Ti riporto di seguito le aliquote dell’imposta di successione in vigore:

  • coniuge, ascendenti (genitori, nonni) e discendenti in linea retta (figli, nipoti): 4%
  • fratelli e sorelle: 6%
  • altro parente fino al 4 grado: 6%
  • altri soggetti: 8%

Alcuni soggetti prossimi al defunto godono di franchigie, quindi esenzioni entro le quali i trasferimenti non scontano imposta. Queste sono le franchigie dell’imposta di successione e donazione:

  • coniuge, ascendenti (genitori, nonni) e discendenti in linea retta (figli, nipoti): euro 1 milione
  • fratelli e sorelle: euro 100.000
  • portatori di handicap grave: euro 1,5 milioni

Teoricamente queste franchigie dovrebbero essere indicizzate all’inflazione (art. 2, comma 51 del D.l. 262/2006) con cadenza quadriennale con decreto del MEF. L’indicizzazione però è rimasta inapplicata.

Ora capisci perché nell’introduzione ti parlavo di paradiso fiscale. In altri paesi come la Francia o gli Stati Uniti le imposte di successione e donazione possono raggiungere anche il 40% della massa ereditaria.

A cosa si applicano le franchigie e le aliquote di cui ti ho parlato?

La base imponibile nella successione (art. 8 del TUS) è determinata come differenza tra il valore dei beni che compongono la quota o il singolo legato e l’ammontare delle passività e degli altri oneri ammessi in deduzione.

Tra gli oneri ammessi in deduzione ci sono le spese per il funerale per un valore massimo di circa 1.000 euro.

Il valore di ogni cespite non è calcolato allo stesso modo.

Riassumo per te nel seguente schema riepilogativo come calcolare il valore di un bene ai fini del calcolo dell’imposta di successione:

  • immobili: valore venale/di mercato. L’Agenzia delle Entrate non può però accertare un valore superiore a quello derivante dai moltiplicatori catastali, solitamente inferiore rispetto a quello di mercato. Questo si traduce nella determinazione del valore dell’immobile sulla base di quello catastale
  • azienda: valore dei beni che la compongono, escluso l’avviamento
  • quote societarie: in presenza di bilancio approvato o di inventario ci si rifà al patrimonio netto, se quotate si fa riferimento alla media dei prezzi dell’ultimo trimestre
  • crediti: valore nominale comprensivo di interessi
  • denaro, gioiello e mobilia: forfettizzazione al 10% dell’asse ereditario

Come determinare il valore degli immobili ai fini delle imposte di successione? Secondo l’art. 34 del TUS si rivaluta la rendita catastale del 5% seguendo quindi i coefficienti indicati nell’art. 52, comma 4 del TUIR, a più riprese rivalutati.

Riassumendo, per i beni immobili il valore è determinato secondo questa ripartizione:

  • Fabbricato di categoria A e C (eccetto A10 e C1): rendita catastale x 126
  • Fabbricato di categoria B: rendita catastale x 176,4
  • Fabbricato di categoria A/10 e D: rendita catastale x 63
  • Fabbricato di categoria C/1 e E: rendita catastale x 42,84
  • Terreni agricoli: reddito dominicale x 112,5

Se erediti un immobile devi ricordarti di versare, oltre all’imposta di successione, le imposte ipotecarie e catastali.

Sono pari al 2% e all’1% del valore degli immobili, con un versamento minimo di 200 euro per entrambe. Se l’erede usufruisce delle agevolazioni prima casa, queste saranno in misura fissa e pari a 200 euro.


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Esempio di calcolo dell’imposta di successione

calcolo dell'imposta di successione

Faccio un esempio per il calcolo dell’imposta di successione. Un padre, la cui moglie è venuta a mancare, ha due figli.

Al momento del decesso del padre i due figli ereditano il patrimonio del padre composto da un conto corrente di 3 milioni di euro. Il padre aveva un prestito personale di 200.000 euro. Si prescinde, per semplicità, dal calcolo dell’incremento del 10% su denaro, gioielli e mobilia.

Il saldo del conto corrente viene trasferito ai due figli, 1,5 milioni di euro ciascuno. I figli saranno tenuti al pagamento del prestito personale del padre di 200.000 euro, ovvero 100.000 euro ciascuno.

La base imponibile per calcolare l’imposta di successione è data dalla differenza tra l’attivo e il passivo ereditato, nel caso in specie 1,4 milioni di euro.

Ogni figlio gode di una franchigia di 1 milione di euro. Su questo primo scaglione non andrà a pagare alcuna imposta di successione. Sui 400.000 restanti ogni figlio sarà tenuto a corrispondere il 4%, quindi 16.000 euro a testa.

Se il padre avesse pianificato per tempo la sua successione, sarebbe stato possibile evitare il pagamento dell’imposta. E’ però necessario pianificare e agire per tempo.

Quando non si paga la successione? Strumenti per ridurre l’imposta

Non tutti i trasferimenti di beni sono soggetti ad imposta sulle successioni. Come evitare di pagare la tassa di successione?

Ecco i trasferimenti non soggetti ad imposta sulle successioni e donazioni:

  • trasferimenti a favore dello stato, a favore di enti pubblici, fondazioni o associazioni legalmente riconosciute, ETS
  • trasferimenti a favore di movimenti e partiti politici
  • trasferimenti effettuati tramite i patti di famiglia (di cui si parlerà di seguito nella sezione “come non pagare l’imposta di successione sulla tua azienda“)

Sono inoltre esclusi dall’attivo ereditario (elenco i più rilevanti):

  • beni per cui si ha perso la titolarità
  • TFR e i fondi di previdenza complementare
  • crediti contestati giudizialmente
  • beni culturali
  • titoli di stato, sia italiano che di altri stati dell’Unione Europea

I titoli di stato non rilevano per l’imposta di successione (sia se detenuti direttamente che mediati tramite fondi di investimento), ma rilevano a fini dell’imposta di donazione.

Attenzione poi a non confondere le imposte sui redditi con quelle di successione e donazione. I titoli di stato statunitensi godono dell’aliquota agevolata al 12,5% (redditi) ma non beneficiano dell’esenzione ai fini dell’imposta di successione (trasferimento mortis causa).

Le polizze assicurative (polizze vita), se correttamente strutturate, permettono di effettuare attribuzioni ai beneficiari che non rientrano nell’attivo ereditario, quindi non scontano l’imposta di successione.

La donazione in vita della nuda proprietà (immobili, quote societarie, …) con riserva di usufrutto permette un ricongiungimento del diritto di usufrutto con la proprietà al momento della morte, riducendo anche in questo caso l’imposizione complessiva.

Il valore oggetto di imposta di donazione aumenterà all’aumentare della vita del donante (chi lascia in eredità questi beni). Prima ci si adopera, minore sarà l’imposta da liquidare. Attenzione però al valore di carico nel caso in cui si voglia andare successivamente a realizzare la plusvalenza.

L’utilizzo della franchigia dell’imposta di donazione non comporta un’erosione di quella ai fini successori. Effettuando donazioni in vita è possibile quindi ridurre la base imponibile. E’ però necessario agire preventivamente facendosi assistere da un professionista esperto in pianificazione patrimoniale.


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Come non pagare l’imposta di successione sulla tua azienda

come non pagare l'imposta di successione

L’art. 3, comma 4-ter del TUS prevede che i trasferimenti effettuati anche tramite patti di famiglia a favore dei discendenti (figli e nipoti) e del coniuge di:

  • aziende o rami di azienda
  • quote sociali e azioni (sia italiane, che europee o di paesi che garantiscono un adeguato scambio di informazioni)

non sono soggetti all’imposta di successione.

Ci sono dei requisiti da rispettare:

  • per le quote sociali e le azioni è necessario che ci sia acquisizione del controllo o integrazione di un controllo già esistente (riforma 2025) in capo al beneficiario
  • prosecuzione dell’attività o detenzione delle quote/azioni per un periodo non inferiore a cinque anni dalla data del trasferimento

In tutti i casi in cui non opera l’esenzione, l’imposta di successione si applica nella misura ordinaria (aliquote e franchigie viste in precedenza).

Conclusioni

Senza dubbio l’Italia è un paese che offre forti vantaggi in termini successori, ma non per questo la nostra imposta di successione può essere sottovalutata.

Pianificare il passaggio generazionale non significa solo ridurre il carico fiscale ma proteggere il patrimonio e assicurare che questo venga da un lato trasferito secondo le volontà di chi l’ha costruito e dall’altro evitando litigi tra gli eredi.

Una strategia ben studiata può fare la differenza tra una successione serena e una piena di difficoltà. Se vuoi proteggere ciò che hai costruito e garantire un futuro sicuro ai tuoi cari, o assistere qualcuno a te caro nel trasferimento del suo patrimonio, il momento giusto per agire è ora.

Tramite questa pagina puoi contattare i professionisti di Studio Tibaldo per analizzare nel dettaglio il tuo caso. Prenota ora la tua consulenza per mettere al sicuro il patrimonio e assicurarti una successione senza sorprese.

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